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Federico Guglielmo I, il Re ossessionato dai soldati alti
Federico Guglielmo I, Re di Prussia del XIX secolo, era ossessionato dal reclutamento di soldati che fossero più alti di 1,88 metri. Il Re pagava le famiglie in cambio dei bambini alti, rapiva gli uomini alti per obbligarli ad arruolarsi, e arrivò addirittura a far accoppiare i suoi soldati con donne alte. Ogni neonato che prometteva di diventare insolitamente alto veniva contrassegnato con una pezza di stoffa rossa per poter essere successivamente identificato.

Federico Guglielmo I, Re di Prussia nel XIX secolo, aveva piani militari grandiosi. Divenne Re nel 1713, e per i successivi 27 anni si dedicò all'espansione del suo esercito, aumentando il numero di soldati da 38.000 a 83.000. Il re spianò la strada a suo figlio, Federico il Grande, affinché potesse trasformare la Prussia in una grande potenza militare.
Federico Guglielmo, però, aveva una strana ossessione per gli uomini alti, arrivando a crearsi un reggimento personale di questi giganti, conosciuti come "giganti di Potsdam". Alcuni di essi entravano nell'esercito volontariamente, ma altri erano ricevuti dal Re come regalo, "importanti da altre nazioni". Ma non solo: alcuni venivano comprati, rapiti o addirittura "allevati", in quello che viene descritto come un tentativo precoce di eugenetica.

Il nome "giganti di Potsdam" venne assegnato ai reggimenti di Prussia man mano che il numero di soldati alti aumentava, dopo l'avvento di Federico Guglielmo I al trono: al contempo, era diventato il comandante nominale del reggimento.
L'altezza richiesta per potersi unire all'esercito era di 6 piedi prussiani, che corrispondono a 6 piedi e 2 pollici nel sistema internazionale attuale, ovvero a 1,88 metri. Un'altezza ben superiore alla media attuale e alla media del tempo. I soldati vennero anche conosciuti ufficialmente come "i Grandi Granatieri", o "Lange Kerle" (i "ragazzi lunghi", gli "spilungoni"). Più erano alti, meglio era: i soldati venivano pagati in base alla loro altezza.
Il Re, che era alto soltanto 1,60 metri, cercava di ottenere questi ragazzi con ogni mezzo. Tra gli altri, li reclutava dagli eserciti degli altri paesi. L'Imperatore d'Austria, lo Zar di Russia Pietro il Grande e il Sultano dell'Impero Ottomano gli mandarono soldati alti come regalo, come atto volto ad instaurare relazioni più amichevoli. Le paghe erano molto alte, ma non tutti i "giganti" erano contenti di entrare a far parte dei reggimenti, specialmente se vi erano stati condotti a forza. Alcuni tentarono la diserzione o addirittura il suicidio.
D'altro canto, alcuni soldati erano stati di fatto rapiti o comprati. Federico Guglielmo I pagava i padri di tutti i ragazzini che sembravano promettenti, e comprava i braccianti alti dai proprietari terrieri. Anche i bambini particolarmente grandi venivano "segnati", con pezze di stoffa rossa1, per non perderli di vista in caso diventassero ragazzi alti.Le persone erano contente di offrire il proprio aiuto, visto che il re era ricco e felice di pagare.
Ma c'era dell'altro: il Re tentò anche di accoppiare i suoi uomini alti con donne particolarmente alte, per cercare di ottenere progenie gigante. Ne L'origine dell'uomo e la selezione sessuale, Charles Darwin menziona i tentativi di Federico Guglielmo I come il primo caso di incrocio umano intenzionale: "individui maschili e femminili non sono mai stati intenzionalmente scelti e abbinati, a eccezione del ben conosciuto caso dei granatieri prussiani; e in questo caso l'uomo obbedì, come ci si sarebbe potuti aspettare, alla legge della selezione metodica; si dice, infatti, che molti uomini alti vennero cresciuti nei villaggi abitati dai granatieri e dalle loro mogli".
Ci furono alcuni tentativi per giustificare la strana ossessione del re. Ad esempio, caricare un fucile era più facile per un uomo più alto. Ma molti affermavano che una taglia esagerata fosse addirittura un impedimento.

Il re allenava e controllava il proprio reggimenti ogni giorno. Gli piaceva dipingere ritratti dei suoi uomini, e se ne vantava con i visitatori stranieri, cercando di impressionare ambasciatori e dignitari in visita. A volte, quando era di cattivo umore, si tirava su ordinando loro di marciare davanti a lui, persino quando era a letto malato. Una volta il re confidò all'ambasciatore francese che "la donna più bella al mondo mi sarebbe indifferente, ma i soldati alti – loro sono la mia debolezza". C'è chi, ancora oggi, ricorda questo episodio per delegittimare l'ossessione del re per i suoi uomini. Dimenticando, però, che le sue capacità strategiche gli permisero di espandere incredibilmente il proprio esercito e di aumentare a dismisura la potenza militare della Prussia.
1. Ogni fonte inglese parla di (red) scarves, plurale di "scarf", ovvero "sciarpa", "bandana", "pezza". Per quanto non sembri molto adatta al contesto, l'unica traduzione plausibile si riferisce a questo spettro semantico. Abbiamo cercato a lungo una possibile alternativa. I neozelandesi parlano di scarf in riferimento a un taglio fatto nel grasso della balena, e potrebbe pertanto essere ipotizzabile che il re "marchiasse" i bambini con un taglio (e dunque una cicatrice), ma non sembra plausibile una traduzione di red scarves come di "tagli rossi". Chi fosse interessato a segnalare una traduzione alternativa e più plausibile, o avesse trovato una fonte italiana in merito, è invitato a segnalarcelo su Facebook o Instagram.