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Ecco perché Costanza non venne bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale
Costanza è una delle poche città tedesche che, nella Seconda Guerra Mondiale, rimasero illese. Invece di imporre il coprifuoco, di notte la città lasciava accese tutte le luci. In questo modo, i bombardieri degli Alleati pensavano che facesse parte della vicina Svizzera, evitando di colpirla.

L'Università della città ha oltre 1200 anni di storia. Colonizzata dai romani intorno all'anno 40, la città assunse il nome odierno grazie all'imperatore Costanzo Cloro, che combatté gli Alemanni nella regione intorno al 300.
Qualche secolo dopo Costanza divenne un importante centro spirituale, e nel Medioevo una buona parte dei suoi cittadini erano esenti dalle tasse grazie a diritti clericali. In questo periodo il commercio fiorì, dal momento che Costanza aveva l'unico ponte della regione (sul Reno).
Nel 1415 venne scritta una pagina oscura per la città, quando venne bruciato al rogo il teologo riformatore Jan Hus. Poco più di 100 anni dopo la città venne investita dalla Riforma Protestante.
Da città imperiale, Costanza passò sotto il dominio dell'Australia Asburgica. Nel 1871 venne annessa all'Impero Tedesco durante l'Unificazione della Germania.
Durante la Seconda Guerra Mondiale i residenti ebrei della cittadina vennero deportati o uccisi, mentre la città in sé rimase integra, non venendo bombardata dalle unità degli Alleati. La città lasciava tutte le luci accese di notte, non imponendo alcun tipo di coprifuoco. Vista la vicinanza con la Svizzera, i bombardieri ritenevano fosse un centro neutrale e la lasciarono sempre illesa.
Con una popolazione di 83.000 abitanti, oggi Costanza è una città universitaria. Gli italiani costituiscono il più numeroso gruppo di stranieri in città (sono oltre 1600).

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