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Fin dal VII secolo, le chiavi della chiesa del Santo Sepolcro sono custodite da una famiglia musulmana
La basilica del Santo Sepolcro contiene due dei luoghi più sacri della Cristianità. Le sue chiavi vengono custodite da una famiglia musulmana che, ogni mattina, apre la porta principale della chiesa. Avendo l'obiettivo di mantenere la pace tra le varie fazioni, questa disposizione è in vigore fin dal VII secolo.
La basilica del Santo Sepolcro è una delle più importanti chiese cristiane di tutto il mondo. Secondo la tradizione, nel luogo in cui venne costruita avvenne la crocifissione, l'unzione, la sepoltura e la resurrezione di Gesù Cristo.
Situata a Gerusalemme, si trova all'interno delle mura della Città Vecchia, e comprende sia quella che è ritenuta la "collina del Golgota", ovvero il luogo della crocifissione, sia il sepolcro scavato nella roccia, dove, secondo il Nuovo Testamento, Gesù venne sepolto. Il Santo Sepolcro è l'unico luogo della cui esistenza si possiedono prove archeologiche risalenti ad appena un centinaio d'anni dopo la morte di Gesù.
Si può entrare nella chiesa tramite una singola porta nel transetto a sud. Da lungo, lunghissimo tempo, il custode delle chiavi della porta è un musulmano. Sembra una scelta insolita, vista la centralità che questo luogo rispetto alla cristianità. Ma ha garantito, per oltre mille anni, la pace tra le varie fazioni cristiane, che si sarebbero altrimenti litigate il controllo dell'unico ingresso della basilica.
Nel VII secolo, la famiglia musulmana Nuseibeh venne incaricata dell'apertura della porta, in quanto appartenente a una fazione imparziale rispetto alle varie denominazioni che potevano litigarsi questo ruolo. Nel 1187, poi, Saladino strappò il controllo della chiesa ai crociati, e la affidò alla famiglia Joudeh Al-Goudia la chiave di ferro che apre il portone della struttura. Si tratta di uno strumento lungo 30 centimetri. I Nuseibeh rimasero i custodi delle porte: mentre i custodi delle chiavi le sbloccano, quelle delle porte spingono i battenti dall'esterno. Si tratta di una pratica che avviene ogni mattina, all'alba.