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In Toscana sono state rimesse in uso le buchette del vino, le feritoie attraverso cui veniva passato il vino nei periodi di peste

Le "buchette del vino" venivano storicamente utilizzate dai vinai in Toscana negli anni '30 del 1600, durante la peste bubbonica. Le finestre permettevano ai mercanti di passare il vino ai clienti, senza dover venire a contatto con loro. Nel 2020 sono state rimesse in uso durante l'emergenza coronavirus.

Pubblicato il 16/08/2020
Finora erano state un bel ricordo, un frammento di architettura rinascimentale dal gusto medievale. Quest'anno, però, sono state rimesse in uso.
Stiamo parlando delle Buchette del Vino, delle "finestrelle" che erano state realizzate secoli fa, durante le epidemie di peste bubbonica, e che servivano ai mercanti per passare il vino ai clienti in regime di distanziamento sociale.
Si trovano soprattutto in Toscana. L'associazione culturale Buchette del Vino ha riportato che, oggi, l'epidemia di covid-19 ha spinto i locali a rimetterle in uso, al posto del plexiglas sfruttato nel resto d'Italia.

Purtroppo negli ultimi secoli molte delle originali buchette del vino sono state murate. L'associazione Buchette del Vino ne ha però trovate diverse ancora visibili, e al loro interesse storico oggi si aggiunge l'utilità nel permettere il passaggio di vino, spritz, caffè e gelato.

Durante l'epidemia di peste bubbonica che colpì l'Italia centrale e settentrionale tra il 1629 e il 1631, queste feritoie venivano anche usate dai commercianti per allungare un bastone con un contenitore metallico all'estremità. I clienti potevano così pagare evitando ogni contatto. Il barista disinfettava le monete con l'aceto prima di metterle in cassa.

Secondo Buchette del Vino, le feritoie vennero descritte in un libro pubblicato nel 1634 da Francesco Rondinelli, che sosteneva che i venditori comprendevano già che il contagio avveniva per contatto.
Matteo Faglia, Diletta Corsini e Mary Christine Forrest, membri dell'associazione, hanno censito nel 2015 oltre 150 buchette, tutte diverse. Le più antiche risalirebbero appunto al XVII secolo.

Un’altra buchetta riaperta!

Si trova sulla facciata di Palazzo Albizi nel Borgo omonimo al n.66 r.
La finestrella a...

Posted by Buchette del Vino on Wednesday, July 29, 2020


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