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Il ragazzo che visse 555 giorni senza avere un cuore

Stan Larkin, un ragazzo del Michigan, visse per 555 giorni senza un vero cuore. Portò un cuore artificiale con sé per tutto il tempo, in uno zaino, affidandosi ad esso per pompare il proprio sangue nel corpo. Riusciva perfino a giocare a basket. Dopo aver atteso a lungo per trovare un donatore, infine, ricevette un trapianto di cuore e tornò ad essere indipendente.

Pubblicato il 11/07/2021
Fonte: Washington Post, CNN (link alla fonte principale)

Quando Stan Larkin aveva 16 anni, stava giocando a basket nei pressi di casa sua, nel Michigan, e all'improvviso collassò sul campo. I dottori gli diagnosticarono una displasia ventricolare destra aritmogena, una condizione che causa battiti cardiaci irregolari e pone un rischio immediato di arresto cardiaco, soprattutto per gli atleti.

Per qualche anno Larkin se la cavò con un piccolo apparecchio defibrillatore in grado di regolare il suo battito cardiaco, ma a un certo punto la sua condizione peggiorò, degenerando in una displasia biventricolare: entrambi i ventricoli del suo cuore erano incapaci di compiere la propria funzione.

Stan Larkin aveva bisogno di un trapianto di cuore, ma la lunga attesa per un donatore era, per lui, una condanna a morte, perché i dottori avevano confermato che non sarebbe stato in grado di andare avanti per molto nella condizione in cui si trovava. Poi Jonathan Haft, un chirurgo all'ospedale dell'Università del Michigan, pensò che potesse esserci un'altra opzione: forse Larkin poteva vivere per un po' senza un cuore, o almeno senza un cuore umano.

Stan Larkin, il ragazzo del Michigan che ha ricevuto un trapianto di cuore dopo essere dipeso da un cuore artificiale tenuto nello zaino per un tempo record di 17 mesi.
Stan Larkin, il ragazzo del Michigan che ha ricevuto un trapianto di cuore dopo essere dipeso da un cuore artificiale tenuto nello zaino per un tempo record di 17 mesi. // University of Michigan Health System

Nel novembre del 2014, Larkin venne agganciato al "Big Blue", un'enorme macchina che doveva essere un ripiego per i pazienti in attesa di un trapianto. Per dare un'idea – molto semplificata – del suo funzionamento, è come una pompa in grado di autoregolarsi. Pompa aria compressa attraverso due tubi attaccati a valvole che sostituiscono i ventricoli del paziente. Il problema era che Big Blue, ai tempi, aveva le dimensioni di una lavatrice, e i pazienti erano costretti a stare a letto, in ospedale, accanto alla macchina.

Nel giugno dello stesso anno, però, la FDA aveva approvato una versione portatile della macchina. Il device, sempre prodotto dall'azienda SynCardia Systems Inc., pesava poco più di un quarantesimo della versione precedente, pur svolgendo la stessa funzione.

Rendering del dispositivo Freedom, che consente ai pazienti privi di cuore di vivere una vita mobile.
Rendering del dispositivo Freedom, che consente ai pazienti privi di cuore di vivere una vita mobile. // SynCardia, Systems, Inc.

La versione mobile del dispositivo della SynCardia può essere ricaricata ovunque, anche in auto, ma ha due batterie che offrono una certa indipendenza. "Era parecchio stressante all'inizio, perché dovevo abituarmi al rumore. Il mio battito cardiaco faceva un sacco di rumore, 24/7" ha detto Larkin in una intervista. "Quando mi ci sono abituato, finalmente ho iniziato a dormire. Dovevo poi abituarmi a portare tre borse extra con me ovunque andassi."

Non poteva tenere in braccio le sue figlie e neanche farsi una doccia: doveva lavarsi con molta, molta cura, visto che il suo cuore era elettrico. Almeno, però, poteva lasciare l'ospedale, e anche giocare in qualche partita di basket. Dopo 555 giorni, finalmente, ricevette il tanto atteso trapianto di cuore.

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